Appurato come la prima fase che si richiedeva alla dirigenza espressa dai congressi provinciali e poi da quello nazionale di Viterbo possa considerarsi conclusa, quella della riorganizzazione, appare chiaro come dalla base sia oggi più che mai necessario un’unità d’intenti per portare Azione Giovani a migliorarsi ancora rispetto a quello che è oggi.

Per quanto mi riguarda, ritengo che i punti verso i quali focalizzare l’attenzione debbano essere tre:

  1. avanguardia culturale;
  2. metapolitica;
  3. formazione.

Azione Giovani come avanguardia

Appare evidente a chiunque osservi, dall’esterno come dall’interno, la democrazia rappresentativa occidentale e nazionale come spesso molte scelte siano tattiche, e non strategiche, frutto di esigenze del momento e non di progetti a lungo termine. Stando al caso italiano questo mi pare possibile perché, stando in un sistema bipolare ma non bipartitico, spesso si tralascia di evidenziare le differenze fra i componenti della coalizione, rilevandole, in caso, solo a scopo di polemica. Le differenze storiche e culturali dei partiti della coalizione di Centro Destra devono essere sentite come un arricchimento, non come un limite, della coalizione. Le radici culturali di AN, FI, UDC e Lega sono sicuramente diversissime ed appare chiaro e giusto che ognuno che appartenga ad uno dei quattro partiti sia fiero delle proprie. Occorre che i militanti di Alleanza Nazionale, ed in particolare i più giovani, siano fieri delle proprie radici. Affinché questo sia possibile è necessario che tali militanti conoscano le proprie radici, cosa affatto scontata; anzi, pare ci sia in certuni quasi un imbarazzo nel proclamarle. Mi sembra ci sia una concezione sbagliata dell’evoluzione del pensiero politico.Occorre invece essere consapevoli che l’evoluzione del pensiero delle Destra in Italia nel XX secolo è una ricchezza unica che, per esempio, non ha certo avuto né il Centro né la Sinistra. I passaggi Destra Storica- Interventismo- Fascismo- Destra Nazionale- Alleanza Nazionale devono essere studiati e conosciuti perché solo con l’affrontare tutta la nostra storia nel bene o nel male potremmo diventare, noi che rappresentiamo il mondo giovanile della Destra in Italia, protagonisti della vita politica italiana ed europea. Intendo tali passaggi soprattutto come passaggi ideali, di pensiero, oltre le contingenze storiche. Per fare un esempio, in quei cinque macro-momenti della Destra italiana può essere individuato un percorso enorme sulla dottrina sociale. Partendo da tale consapevolezza, Azione Giovani deve allora diventare un laboratorio politico culturale che abbia il coraggio di esprimere idee ed opinioni nuove. E’ evidente che il legame verso Alleanza Nazionale sia imprescindibile e che questo comporti una serie di implicazioni pratiche nella politica di tutti i giorni che sconsigli, ad esempio, una presa di posizione piuttosto che un’altra. Ma l’esperienza del referendum sulla fecondazione assistita deve essere valorizzata nei giusti termini. Negli eventi decennali di Azione Giovani, infatti, essa ha una portata che potremmo definire “storica”, perché Azione Giovani ha preso una sua posizione, autonoma, in contrasto con quella del Presidente del partito e di alcuni suoi alti esponenti, senza per questo, però, arrecarvi danno, ma, anzi, portando un po’ di luce in un momento particolarmente buio. Azione Giovani ha in quell’occasione dimostrato tutta la sua maturità, riuscendo così ad essere fedele alle sue idee ed alla sua storia senza creare imbarazzo al partito, ma anzi tamponando alcuni suoi problemi. Se con questo modello Azione Giovani iniziasse ad esprimersi non più per sollecitazioni dovute a prese di posizione esterne, ma prevenendole, allora potrebbe essere il salto di qualità tanto atteso non solo per il nostro movimento, ma per la Destra italiana nel suo complesso. A titolo di esempio, su un giornale nazionale a noi vicino c’è stato recentemente una disputa fra i due direttori su un argomento di attualità, perché uno lo giudicava come cattolico e l’altro come laico. Questo è quello che deve essere un laboratorio politico, un forum di discussione ed una fucina di idee e proposte, senza la presunzione di poter arrivare ad una Verità definitiva, ma che possa riportare la Politica italiana su binari da decenni abbandonati. Il successo di un leader alla Zapatero insegna proprio questo: nella sciaguratezza della sue posizioni, il suo successo è così ampio perché egli propone ed applica pensieri ed idee nuove rispetto a quelle che aveva la Spagna prima di lui. Noi dovremmo fare altrettanto con le nostre idee: con coraggio e consci che saremmo sommersi da tante critiche, fra cui probabilmente molte verrebbero da vicino, ma consapevoli che se veramente, come mi piace credere, siamo una grande famiglia basata su legami di comunione di Idee, le bordate che ci pioveranno dall’esterno non potranno scalfirci. Se poi manterremo sano il necessario principio che tutto quello che facciamo è per il bene di Alleanza Nazionale, da un incremento di propositività non potrà derivarne che il bene di tutti. Per fare ciò, appare necessario essere consapevoli dell’epoca in cui viviamo. Un movimento di idee e di pensiero deve comunicare col mondo, nel nostro caso con i giovani e, perché no, i meno giovani italiani. Questo significa essere sempre più presenti sui mezzi di comunicazione nazionali e locali, come abbiamo iniziato a fare del resto da qualche mese. Sarebbe però interessante creare un gruppo di studio interno che indichi le vie migliori percorribili per arrivare al maggior numero di persone; oltre il volantino e oltre il manifesto, ponendo l’attenzione più sul come entrare in quei circuiti che, per fare un esempio, hanno permesso a tutti di conoscere le posizioni dei no global.

Azione Giovani e la metapolitica

Un mezzo allora decisivo per cercare di mettere in pratica quanto fin qui detto è la metapolitica. E’ un discorso difficile da trattare in modo unitario perché essa dipende fortemente dal contesto territoriale e politico di cui si parla. Credo però sia esperienza comune che, tranne in rari casi, che per fortuna ancora avvengono, in cui i ragazzi si avvicinano ad Azione Giovani, occorre essere consci che per comunicare coi giovani spesso e volentieri siamo noi che dobbiamo andarli a cercare. Non possiamo trincerarci dietro un pensiero d’elite alla “chi ci ama ci segua”, perché il problema oggi non è più nei termini “o con noi o contro di noi”, ma è quello invece di colmare un vuoto. I giovani oggi non hanno proposte culturali o modelli di riferimento, escludendo il nulla rappresentato dalla mentalità antagonista. Noi dobbiamo proporci ai giovani, raggiungerli, farci capire e attenderne la risposta. E’ inutile nascondersi che la politica si fa col consenso: senza di esso, vedremo sempre più “zapateri” rovinare il mondo. Occorre trovare questo consenso in quanto gradino necessario per applicare le nostre idee in concreto, azione senza la quale queste bellissime idee diventano completamente inutili. Ritengo allora che il mezzo primario per collegare i “laboratori di pensiero e azione”, come dovrebbero essere i nostri circoli, e le strade, oltre i seppur sempre necessari volantinaggi, banchetti, raccolte firme, sia la metapolitica. In senso lato, possiamo intendere come esempio di metapolitica quello che abbiamo fatto per il 10 febbraio: non siamo usciti come Azione Giovani, non abbiamo fatto propaganda ad AN, ma abbiamo prepotentemente veicolato le nostre idee. L’esempio dei comitati, quindi, può essere una strada da ripercorrere, anche se, per esempio, potrebbe essere interessante sapere che fine fanno le raccolte firme, a cosa portano eccetera. Ma sempre per esperienza comune i giovani che partecipano ad iniziative culturali sono una minoranza: occorre andare invece sul ludico. Quello che sempre abbiamo detto, cioè in qualche modo di imitare i centri sociali nelle sue particolarità accettabili, o creare reali centri di aggregazione giovanile, andrebbe perseguito. Mi pare allora che creare un gruppo di studio su base nazionale per elaborare dei programmi a lungo termine che permettano alle realtà locali di assolvere a compiti difficilissimi per realizzare una rete di questi centri possa essere un modo di iniziare concretamente il cammino. Se, infatti, ci fosse un punto di riferimento nazionale che dicesse quali sono gli step (finanziamenti, luoghi, legislatura in merito…) per creare questo tipo di realtà, mi pare fuori di dubbio che da qui ad un decennio Azione Giovani, e quindi tutta la Destra politica, potrà avere un peso molto diverso sulla vita italiana, almeno come, occorre ammettere, ha purtroppo peso il “pensiero” dei centri sociali eccetera. Non ritengo che sia vergognoso, da parte nostra, imitare le strategie degli avversari che hanno dimostrato di dare frutti, purtroppo negativi per noi. Tali centri di aggregazione sarebbero un veicolo formidabile per la nostra avanguardia culturale, che poi non potrebbe più essere ignorata dai media, che infatti oggi, almeno per dovere di cronaca, non possono ignorare i centri sociali.

Azione Giovani e la formazione

Se più volte mi sono riferito agli “altri”, in queste righe, occorre ora precisare come in modo orgoglioso dovremo definirci un “unicum” nel mondo giovanile nazionale e fors’anche internazionale. Siamo una bella famiglia e di questo dobbiamo essere consapevoli; tale consapevolezza, però, non deve portare ad un elitarismo che in una politica democratica, e particolarmente in quella rivolta ai giovani, porta necessariamente alla sconfitta. Per conservarci “sani”, ma anche “umili”, e per poter noi stessi diventare delle donne e degli uomini di Destra protagonisti della vita sociale e politica dell’Italia di domani occorre fare molto attenzione alla Formazione. Individuo le direzioni che la formazione dovrebbe prendere in queste tre:

  1. Conoscenze base di tutto ciò che ci è necessario nella vita politica;
  2. Conoscenza il più ampio possibile dello sviluppo del nostro pensiero e del confronto con gli altri;
  3. Conoscenze tecniche per la politica negli enti.

Il primo punto può essere riassunto da quello che oggi è la Scuola di Formazione Politica di A.N.. Mi pare inutile creare doppioni verso qualcosa che già esiste ed è consolidato, che ha fondi suoi ed una sua organizzazione. Semmai, si può aumentare l’interscambio con una visione critica del corso e vedere di perfezionarlo. Devo dire di conoscere abbastanza bene la Scuola anche nel suo Responsabile Nazionale Prof. Gianfranco Legitimo e sono certo che se volessimo contribuire al suo perfezionamento per quanto riguarda l’organizzazione od i programmi saremmo i benvenuti. Occorre però eliminare la sensazione di un certo tipo di dualismo fra la Scuola e Azione Giovani: essi devono essere complementari e non in competizione. Dove il dualismo avvenga, esso va denunciato ed a livello nazionale va risolto, pena lo spreco di importanti risorse.

Il secondo punto mi dicono fosse molto sviluppato nel Fronte della Gioventù ma non lo è stato altrettanto con Azione Giovani. Occorrerebbe spendere più risorse nella conoscenza del pensiero che ci ha formati. Occorrerebbe dare spunti dalla Direzione Nazionale agli iscritti, per esempio con la compilazione di una serie di quaderni sugli autori di riferimento. E’ evidente che il giudizio su tali autori muti nel tempo come è evidente che debba mutare da persona a persona, ma noi dovremmo fare ciò che abbiamo sempre chiesto alla Scuola di fare: fornire i mezzi ai ragazzi per decidere il proprio orientamento. L’idea banale di una serie di quaderni su Junger, Mishima etc come quella su una serie di quaderni sulla storia della Destra in Italia non mi pare affatto superata dai tempi. Mi pare solamente di molto più facile attuazione grazie ad internet. Se il sito deve essere, come si era detto, fornitura di materiale per le federazioni, questo è un buon modo. La Direzione Nazionale potrebbe nominare una Commissione che elabori un piano e che raccolga il tantissimo lavoro già svolto dalle varie federazioni per poi dare alla luce questa serie di quaderni di riferimento che i presidenti provinciali e di circolo possano usare per semplificare l’approccio con i ragazzi e per se stessi. Il credere che l’utilizzo dei quaderni sia superfluo nella politica di oggi mi pare andare proprio in direzione opposta ai problemi che invece ci affliggono. E’ però poi altrettanto fondamentale conoscere il “nemico”. E’ ovvio che non possiamo fidarci molto di quello che raccontano nelle università e nelle scuole, per esempio, su Marx o Naomi Klein: sarebbe molto opportuno che noi facessimo un’analisi critica delle loro opere. E’ fondamentale che tutto questo lavoro non cada nel difetto che sempre abbiamo condannato nella cultura di Sinistra, quello cioè di basarsi su postulati ideologici intoccabili. Proprio nello spirito del laboratorio culturale, tali quaderni dovrebbero essere proposte in continua evoluzione, dovrebbero fornire spunto a dibattiti nelle federazioni e la commissione che inizialmente li avrà scritti dovrà poi riunirsi periodicamente per modificarli secondo spunti forniti dalla base.

Per quel che riguarda il terzo punto, anche questo è stato già affrontato dal partito ma ha avuto in Italia una enorme discontinuità territoriale. Azione Giovani potrebbe colmare la lacuna fornendo alle Federazioni degli opuscoli concernenti vari argomenti (sistemi elettorali, funzionamento dei consigli comunali, come si stende un’interrogazione, a chi chiedere autorizzazioni per i banchetti… le domande possono essere infinite!) in attesa od in collaborazione con i corsi del partito per gli Amministratori Locali. Anche qui, un coordinamento nazionale potrebbe raccogliere le richieste delle federazioni in merito e periodicamente inviare degli opuscoli informativi, sviluppando una collana che diverrebbe fondamentale per tutte le Federazioni.

Questo, insomma, è un po’ il sunto del mio pensiero in merito. Spero di potere in questo modo essere stato utile al dibattito.

Carlo Alberto Consani

Presidente Provinciale

Azione Giovani Pesaro e Urbino