AL REFERENDUM CONTRO LA
VITA, AZIONE GIOVANI SCEGLIE L'ASTENSIONE.
Nella proposta del comitato referendario,
i quesiti dovevano essere 5, l’ultimo dei quali avrebbe
richiesto l’abrogazione totale della legge 40. Il testo del
quesito («Volete voi che sia abrogata la legge 19 febbraio
2004, n. 40, recante “Norme in materia di procreazione
medicalmente assistita”?») è stato bocciato dalla Corte
Costituzionale, la cui sentenza 45/2005 “dichiara
inammissibile la richiesta di referendum popolare per
l'abrogazione della legge 19 febbraio 2004, n. 40, recante
“Norme in materia di procreazione medicalmente assistita””. La
bocciatura intende salvaguardare la volontà del legislatore
nell’intenzione di regolamentare un argomento come questo nel
quale l’etica si intreccia con la libertà, la scienza con la
coscienza. La sentenza intende quindi riaffermare la necessità
di avere una legislazione in materia, rimandando ai cittadini
ed al legislatore solamente la decisione riguardo il limite
oltre cui è illecito andare.
Una breve riflessione sullo strumento
referendario. Troppo spesso il referendum viene messo a
paragone di una normale elezione. È ovviamente un errore: il
referendum abrogativo di una legge (o di una sua parte) è un
consulto chiesto ai cittadini riguardo una norma regolarmente
approvata dal Parlamento. Perciò l’astensione non è un lavarsi
le mani e lasciar decidere ad altri, bensì è una precisa
scelta consapevole che sta a rappresentare la volontà del
cittadino di lasciar la legge così com’è. L’elettore ha già
votato il Governo chiamato a rappresentarlo, se è d’accordo
con le leggi che i suoi rappresentanti hanno approvato non ha
motivo di recarsi a votare per un referendum abrogativo.
Infatti il referendum, per definizione, è valido soltanto nel
caso in cui si raggiunga un certo quorum di votanti, che
dimostrerebbe l’interesse dei cittadini nei confronti del
quesito referendario, e questo a differenza di un’elezione
politica che non ha invece quorum minimo, in quanto presuppone
che tutti siano interessati a recarsi ad eleggere i propri
rappresentanti e che questi vadano comunque individuati a
prescindere dal numero di elettori.
In questa ottica recarsi a votare in un
referendum è cosa utile solamente nel caso in cui si voglia
votare a favore dell’abrogazione. Recarsi alle urne per votare
“No” significa alzare il quorum permettendo la validità di un
referendum che vedrà la vittoria del “Sì” con la quasi
totalità delle preferenze.
Azione Giovani è un movimento che ha la
presunzione di rappresentare quella gioventù italiana che
crede ancora nei valori, nella famiglia, nell’identità, nella
tradizione, nel diritto alla vita, ed è per questo che ha
scelto di schierarsi apertamente – seppure su un tema molto
delicato e controverso come quello in oggetto – per
l’astensione al referendum, intesa come migliore strada per la
bocciatura totale di tutti e quattro i quesiti
referendari. Abbiamo così deciso di
costituire il comitato referendario per l'astensione "IO
NON VOTO" (allargando così la pertecipazione alle
associazioni) con il quale portare avanti iniziative su
tutto il territorio nazionale per sensibilizzare il
nostro popolo su un tema centrale che è troppo
spesso oggetto di demagogia.
Di seguito su questo sito potete trovare il
documento del comitato, della cui stesura ringraziamo il
Movimento delle Associazioni di volontariato italiano
(MODAVI), che fa anche parte del comitato "io non voto".